1 apr 20192 min

Il Decreto Bandite 2015-2020 in dirittura d’arrivo

Lo scorso 13 febbraio i membri del GL Bandite, che comprende anche due rappresentanti della FCTI, hanno incontrato l’On. Claudio Zali, accompagnato dal Capo Divisione Ambiente Moreno Celio, e il presidente della FCTI Fabio Regazzi. La riunione ha permesso di ripercorrere l’iter dei lavori e appianare le ultime divergenze e anche la FCTI ha dato il suo assenso di principio al nuovo Decreto, che sostituirà a breve quello attuale 2006/2011 prorogato a tre riprese e che giungerà a scadenza il 31 luglio 2015. Di fatto, le attuali bandite di caccia, salvo piccole modifiche, erano rimaste invariate da parecchi anni. La consapevolezza che non fosse più possibile gestire in modo ottimale le popolazioni di cervo unicamente tramite il regolamento venatorio, ha convinto il Consiglio di Stato ad adottare un nuovo concetto di bandite e a nominare, nel marzo 2012, un Gruppo di lavoro Bandite, incaricato di proporre un nuovo Decreto. Il risultato di quasi tre anni di lavoro è visto dalla FCTI come un primo importante passo verso una migliore distribuzione delle bandite sul territorio cantonale.

Esso ha comportato un leggero aumento del loro numero e nel contempo una riduzione della superficie delle singole bandite di caccia alta, allo scopo garantire una migliore distribuzione dei cervi sul territorio e migliorarne il prelievo, nell’ottica di un contenimento dei danni al bosco e all’agricoltura. Si è inoltre cercato di evitare bandite in prossimità dei fondovalle, di tutelare le popolazioni di capriolo e camoscio, con la creazione di nuove bandite, in particolare per il camoscio. Per la nuova bandita no. 6, inserita nel Decreto a consultazioni ormai concluse in vista della modifica legislativa per la riapertura della caccia al cervo nella regione del Monte San Giorgio, la FCTI ha fatto notare che attualmente la zona è aperta alla caccia bassa e al cinghiale, chiedendo che la stessa rimanga chiusa unicamente per il cervo. Le bandite di caccia bassa sono rimaste sostanzialmente immutate.
 
Tenuto conto delle difficoltà di far collimare obiettivi a volte in contrasto, in fase di elaborazione delle proposte si sono dovuti fare dei compromessi che non sempre hanno consentito di raggiungere il risultato auspicato. Ci riferiamo in particolare alle bandite che arrivano ai confini di Stato e che non sono state modificate secondo gli obiettivi iniziali concordati all’interno del GL e che ancora un numero cospicuo di bandite supera l’estensione massima inizialmente stabilita, specie in distretti problematici come Bellinzona e Locarno. Rimangono inoltre da definire delle misure accompagnatorie, con proposte ragionevoli a tutela della fauna, senza essere troppo vincolanti per l’esercizio della caccia, che saranno discusse nel Gruppo ungulati. L’istituzione di Zone di quiete per tutelare la tranquillità della fauna selvatica durante la stagione invernale, sarà un tema da affrontare nelle prossime riunioni del GL. Importante novità, le cartine topografiche digitali delle singole bandite saranno pubblicate in rete e potranno essere scaricate e ingrandite dagli interessati. La FCTI tiene infine a rilevare che i cambiamenti vanno intesi come passi necessari per una migliore gestione del cervo e non come una concessione fatta ai cacciatori.

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