La caccia al cinghiale nel Cantone Ticino è stata aperta agli inizi degli anni ’90, dopo alcuni anni con catture relativamente contenute, la crescita (seppur altalenante) è stata costante, e nell’ultimo quinquennio si può osservare una vera e propria esplosione dei capi cacciati, tanto da raggiungere un nuovo record per la stagione venatoria 2021/2022 di 2637 capi.
Conseguentemente al costante aumento delle catture, sono sopraggiunti altri numerosi effetti negativi legati all’aumento di questa specie. In particolar modo si fa riferimento ai sempre maggiori danni che questi animali causano alla cotica erbosa di campi e pascoli, con conseguente aumento di spese di risarcimento che annualmente toccano (e a volte superano) i CHF 300'000.-.
La strategia adottata nel corso degli anni dall’Ufficio della caccia e della pesca per contenere la sempre crescente popolazione di cinghiali poggia su 2 pilastri: forte pressione venatoria durante la stagione regolare e rilascio di permessi d’abbattimento notturni per i capi che causano danni alle colture agricole. Tuttavia il sistema ad oggi in uso mostra tutti i suoi limiti poiché nonostante la caccia è praticata su un lungo periodo (da settembre a fine gennaio), annualmente sono oltre 1'200 le richieste per intervento danni pervenute all’Ufficio per circa 600 permessi d’abbattimento notturno che vengono rilasciati. Ciò nonostante, le popolazioni sono in costante crescita e i danni non accennano a diminuire.
Va aggiunto poi un nuovo importante fattore: la peste suina africana (PSA). Il rischio di contagio per la popolazione ticinese di cinghiale è altissimo poiché le vicine regioni italiane registrano i primi casi di questa malattia, la quale ha gravi conseguenze anche dal punto di vista economico poiché è trasmissibile ai suini domestici. La strategia di prevenzione e di lotta di questa malattia indica come prima misura il contenimento e la riduzione delle popolazioni di cinghiale, affinché in caso di comparsa di questa patologia, la velocità di propagazione in natura sia (almeno in parte) ridotta. Va da sé quindi che oltre che da necessità gestionali, la riduzione e il contenimento delle popolazioni di cinghiale è dettata anche da importanti esigenze di ordine sanitario ed economico.
Gli strumenti messi in campo sino ad oggi hanno mostrato dei limiti oggettivi e per venire incontro alle mutate condizioni, si deve sono state analizzate nuove strategie al fine di incrementare le catture. Gli spunti per nuove proposte gestionali vengono da un lato da alcuni Cantoni svizzeri e dall’altro da quanto fatto da alcune nazioni confinanti (Italia, Francia e Germania in primis).
Analizzate le possibili soluzioni, e date le impellenti necessità di contenere le popolazioni di cinghiale, il Dipartimento del territorio comunica che ci sarà una estensione della stagione venatoria al cinghiale sui mesi di giugno e luglio dell’anno successivo, partendo dalla corrente stagione 2022 che sarà estesa sui mesi di giugno e luglio 2023.
L’accesso alla caccia aperta su questi due mesi, giugno in spazi aperti e luglio da postazione fissa in bosco, sarà su iscrizione e avranno accesso unicamente coloro che hanno acquistato una autorizzazione alla caccia invernale al cinghiale 2022. Non sarà riscossa una ulteriore tassa di iscrizione e in tempo utile saranno resi noti i dettagli del caso.
Ai cacciatori interessati si ricorda che la caccia al cinghiale invernale 2022 può ancora essere staccata presso le cancellerie comunali entro il 25.11.2022, trascorsa questa data il rilascio sarà possibile solo presso l’Ufficio della Caccia e della Pesca a Bellinzona.
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