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COMUNICATO STAMPA



Caccia alla pernice bianca. Iniziativa fondata su dati italiani spacciati dal Comitato promotore come raccolti in Ticino.

La FCTI ha preso atto della consegna alla Cancelleria dello Stato delle firme a sostegno dell’iniziativa popolare volta a stralciare la pernice bianca dalle specie cacciabili in Ticino.

Il Comitato promotore, sostenuto in particolare da WWF, Ficedula e Società Protezione Animali, in occasione della consegna delle firme ha ribadito a mezzo stampa una serie di dati ed informazioni, già utilizzati durante la campagna di raccolta delle firme, assolutamente non veritieri e fuorvianti; dati che impongono un’immediata rettifica affinché chi sarà tenuto ad esprimersi su questa problematica abbia gli elementi per poter valutare con la necessaria oggettività la situazione.

Il Comitato promotore ha fondato e giustificato il lancio dell’iniziativa sostenendo che la popolazione di pernice bianca in Ticino sarebbe diminuita dal 1996 ad oggi del 46%, citando uno studio pubblicato anche sul bollettino ufficiale della FCTI La Caccia, numero di agosto 2019 (quindi successivo all’adozione della moratoria). In secondo luogo, gli iniziativisti ritengono di aver dovuto presentare l’iniziativa malgrado la caccia alla pernice bianca già nel 2019 fosse in moratoria a seguito del ricorso presentato dalla FCTI.

Sulla pretesa diminuzione degli effettivi della specie del 46% il dato riferito dagli iniziativisti è tratto da uno studio di Luca Riboldi eseguito in Piemonte nel Parco naturale dell’Alpe Veglia e Devero in cui i ricercatori hanno riscontrato l’impossibilità delle pernici, per motivi legati al territorio, di spostarsi a quote più elevate (CLICCA QUI PER LA RIVISTA CON L'ARTICOLO)

Tale particolare situazione non è stata riscontrata né in Ticino, né in Grigioni, né in Vallese, tanto che i censimenti eseguiti dall’Ufficio della caccia e della pesca del Cantone Ticino, in 5 zone campione e in collaborazione con i cacciatori, confermano una sostanziale stabilità degli effetti negli ultimi 30 anni (CLICCA QUI PER IL RAPPORTO DELLA STAGIONE VENATORIA 2018), situazione che aveva indotto lo stesso UCP a confermare per il 2019 le modalità di caccia in vigore, per altro molto restrittive. Ma anche i dati raccolti dalla Stazione ornitologica svizzera di Sempach indicano una stabilità della specie, rilevando persino un aumento degli effettivi per il Ticino nel periodo 1993-1996 e 2013-2016 (Atlante degli uccelli nidificanti in Svizzera, pag. 107; cfr. anche la carta Variazione presenza sul sito VOGELWARTE.ch

L’Ufficio federale dell’ambiente in un suo rapporto ha concluso sostenendo che la caccia tradizionale e ben pianificata come praticata finora non ha ripercussioni negative sulle popolazioni di pernice bianca (RAPPORTO UFAM).

D’altronde tutti gli studi concordano che la caccia è praticamente ininfluente sulle popolazioni, per contro è maggiormente nocivo per la pernice il turismo estivo ed invernale.

Sulle motivazioni che avrebbero spinto gli iniziativisti ad attivarsi malgrado l’avvenuta chiusura della caccia alla pernice bianca per il 2019, si precisa nuovamente che il ricorso della FCTI all’adozione della moratoria, come più volte ribadito, è stato presentato per motivi prettamente formali considerato che la Federazione non è stata coinvolta nella procedura di adozione di questa decisione e non poteva soprassedere dal censurare una violazione che avrebbe creato un precedente difficilmente gestibile.

Come più volte indicato la FCTI è disponibile a discutere con tutte le parti coinvolte la futura gestione dell’attività venatoria, in particolare quella alla selvaggina minuta, con il presupposto che vengano rispettate le regole che reggono l’adozione dei regolamenti venatori, come non si sottrae ad un confronto sull’iniziativa nella misura in cui i promotori dimostrino quell’onestà intellettuale che è lecito pretendere dalle blasonate associazioni ambientaliste che la sostengono, che in definitiva è il presupposto per un esercizio corretto dei diritti popolari.


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